Cresce allo stato selvatico nei boschi e nelle siepi. Appartiene alla famiglia delle Mirtacee. Fiorisce in giugno e luglio. Il melograno è tra le piante medicinali più note sin dall'antichità. Nei monumenti assiri ed egiziani, spesso è presente il frutto; accenni si rinvengono anche negli scritti mosaici. Furono, probabilmente, i coloni greci ad introdurlo in Italia. Dioscoride e Plinio "raccomandano la decozione della corteccia per eliminare la tenia". Introdotto nella medicina europea dal Bughanan, nel 1807. È un frutice od arbusto (2-5 m.) con corteccia grigia, i rami giovani rossastri; foglie oblungo-lanceolate, margine intero o un po' ondulato, di colore verde vivo, superiormente, verde pallido sulla faccia inferiore, caduche; fiori solitari o in gruppi di due-tre, all'estremità dei rami, di colore rosso vivo; frutto una bacca (balaustio) con molti semi sfaccettati irregolarmente. Si adopera la corteccia, preferibilmente della radice, estratta dal terreno in autunno, conservata allo stato fresco od essiccata rapidamente all'aria ed all'ombra. I principi attivi sono numerosi alcaloidi, acido granato-tannico, sostanze pectiche e resinose, amido e mannite. I semi vengono adoperati in farmacia per la preparazione di un gradevole sciroppo, adoperato come correttivo.
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