Comune nei terreni erbosi ed incolti, nelle siepi e lungo le strade. Fiorisce dalla primavera all'autunno. Appartiene alla famiglie delle Verbanacee. Nella pratica della magia, nella preparazione dei "filtri d'amore", nei vari riti del passato, la verbena, ritenuta erba sacra, era comunque presente. In medicina, le si attribuivano proprietà miracolose nei mali più svariati (malattie della pelle, epilessia, febbri, reumatismi ecc.). Pianta erbace con caule eretto (60 cm.), ramoso nella parte superiore; foglie inferiori picciuolate, superiori dentate; fiori piccolissimi, raccolti in spighe gracili, di colore viola chiaro; frutto a capsula. Si adoperano le sommità fiorite e le foglie che, seccate all'aria ed all'ombra, di sapore amaro sgradevole, odore aromatico, contengono un glucoside (verbenalina), olio essenziale sostanze tanniche ed amare, mucillaggine ecc. La droga ha proprietà analgesiche. Maggiore l'impiego come amaro-tonico (in pazienti esauriti, nell'anemia, crisi della pubertà e della menopausa, ingorghi del fegato, rene, milza), e, come tutte le droghe amare, antireumatico e febbrifugo.. Il decotto concentrato, è adoperato, nella pratica popolare, per impacchi nelle contusioni. Un tempo la verbana veniva applicata direttamente su ferite e ulcere. Era bevuta prima di fare previsioni perchè le si attribuivano facoltà divinatrici. Oggigiorno viene usata sempre più raramente.
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