Comune in tutta la penisola, nei luoghi umidi ricchi di nitrati. Appartiene alla famiglia delle plantaginacee. Fiorisce in primavera ed estate. Congenere la Plantago major e la Plantago media che possiedono le stesse proprietà della P. lanceolata, diffusissima nelle nostre zone. Erba perenne, spontanea, priva di fusto, ha foglie basilari grandi, lungamente picciuolate, disposte a rosetta, con margine intero e tre nervature parallele; fiori riuniti in spighe lunghe fino a 15 cm., più o meno pelosi, emergenti dal centro della rosetta; frutto a pisside con pochi semi. Si adoperano le foglie ed i semi. Le foglie vanno essiccate all'aria ed adoperate non prima di tre-quattro giorni. Contengono un glucoside, emulsina, invertina, una saponina, acido citrico ed ossalico e, specie nei semi, una notevole quantità di mucillaggine. Considerata rinfrescante, diuretica, disostruente e talvolta astringente. Nella medicina popolare sono usate le foglie in applicazioni esterne come emolliente nei foruncoli. Si usa come depurativo del sangue ed anche come leggero purgante. È usata nella medicina omeopatica. I semi sono emollienti. Utilizzata ancora contro le enteriti accompagnate da diarrea, dissenteria da tubercolosi intestinale ed anche nefriti croniche. Contro le punture degli insetti si usa il succo delle foglie o la foglia triturata. E' efficace contro il mal di denti e l'infiammazione dell'orecchio. Considerata dai Celti pianta sacra, i contadini, nel medioevo, appendevano mazzetti di spighe alle porte delle case per tenere lontana la folgore. Ancora oggi nelle campagne, in caso di ferite, si usa stropicciare una foglia che, applicata localmente, protegge dalle infezioni.
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