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Il cattolicesimo
L'invasione dei Longobardi, che professavano l'idolatria a l'arianesimo, causò la distruzione delle chiese e la soppressione della probabile sede vescovile di Montella. Quando le prime chiese poterono riaprirsi, divennero un monopolio dei benedettini: le altre, a mano a mano che venivano risorgendo dalle rovine, e si riaprivano, o si edificavano di nuovo, dipendevano dal vescovo di Salerno. Da questa arcidiocesi, dopo la conquista normanna, si staccò un vescovado, la cui sede venne fissata a Nusco, uno degli antichi "castelli" del nostro municipio. La ragione di tal mutamento di sede è ovvia, quando si pensa che il primo vescovo, S. Amato, era nativo di quel castello; che i beni della cattedra vescovile, siti in Montella , erano stati usurpati dai conquistatori, e che ai bisogni della nuova sede provvide largamente il vescovo novello, legando alla chiesa di Nusco per testamento il suo ricco patrimonio.
Piccolissima era anche la cappella dedicata a S. Marco, la quale si può osservare nell'angolo nord-ovest della cinta murata della Civitas Montella, non lungi dal castello. Si vede bene che nè i primi cristiani erano molto ricchi; nè i Longobardi, che poi occuparono la civitas, curarono lo splendore e la magnificenza dei templi, anche dopo la loro conversione al cattolicesimo. Non molto dissimili da questa dovevano essere le altre chiese, che sorgevano lassà¹, e che nella prima metà del 1500 erano dirute: cioè S. Andrea, S. Giovanni del castello e S. Maria del Monte. L'altra chiesa di S. Martino, che ha lasciato il nome al colle, sito ad est del Monte, era già diruta nei primi anni del 1400. Nonostante la loro piccolezza queste chiese, col loro numero, (erano cinque con 2 parrocchie) ci lasciano argomentare che dovevano servire a una popolazione alquanto numerosa, e non al presidio del castello, cui sarebbe stata più che sufficiente una sola cappella.
![]() San Lorenzo
Ma, prima che queste cadessero in rovina, a mano a mano ne sorsero delle altre, quando i longobardi si furono convertiti al cattolicesimo, e dopo che gli abitatori dei vici più vicini al capoluogo, sparsi per la campagna, non sentendosi abbastanza sicuri, vollero, conservando l'antica divisione, ripararsi nel sito, protetto dal castello e dalla civitas da un lato, e dagli altri dai minori fortilizi, o "torri", che ne erano i posti avanzati.
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