Nato in Montella dopo il 1221. Appartiene alla nobile famiglia dei d’Aquino, individuato con Rinaldo fratello di San Tommaso d’Aquino, viene nominato nei documenti con il titolo di "messere", riservato all'epoca alle persone di prestigio. Falconiere nel 1240 alla corte di Federico II, è uno dei primi esponenti della scuola siciliana. Dante Alighieri lo menziona nel "De Vulgari Eloquentia" riportando un suo endecasillabo come esempio di splendore ed eleganza:
Per fino amore vo sì letamente
Nella sua poesia "Amorosa donna fina" fa un chiaro riferimento alle sue origini montellesi:
...
dovesse morir penando,
se non estu Montellese,
cioè ’l vostro serventese
...
Non si mantenne fedele agli Svevi e nel 1266, con suo fratello Pandolfo, parteggiò per Carlo d'Angiò contro Manfredi e riebbe parte dei feudi paterni, a Roccasecca, Isoletta e della baronia di Valle di Comino. Morì nel 1279, lasciando parecchi figli: Giovanni, Roberto, Gemma, Maria e Iacopo.
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